Oggi parliamo del
Salice (Salix alba)
Il Salice è un albero che può raggiungere anche i 25 metri se lasciato crescere liberamente, ha una bella chioma aperta, i rami flessibili e sottili, corteccia giallastra nei rami giovani e grigiastra nei rami adulti. Le foglie sono lanceolate e acuminate, da adulte sono verdi nella parte superiore e grigio-argento in quella inferiore a causa della peluria che le ricopre. Le infiorescenze sono amenti distinti in maschili e femminili. Cresce bene nelle zone umide, vicino a fossi e corsi d’acqua fino a 1000 metri di altezza.
Utilizzo:
Viene usato dai contadini per consolidare i terreni erti e franosi o come sostegno per le viti. I rami giovani della varietà Viminalis si usano per legare i tralci di vite o i pomodori essendo molto flessibili e resistenti. Si usano anche per intrecciare cesti lasciandoli tali e quali, quindi di un bel colore rosso oppure “sbucciandoli” e facendoli divenire chiari. Un tempo il legno di salice si usava anche per fare il carbone. Le parti usate sono la corteccia e le foglie.
Proprietà:
Le proprietà sono sovrapponibili a quelle della nota aspirina quindi:
- Antifebbrili, malattie da raffreddamento, influenza
- Antidolorifiche, mal di testa, mal di denti, dolori in genere
- Antinfiammatorie e cicatrizzanti
Un po’ di Storia:
La sostanza attiva è la salicina; durante il diciannovesimo secolo un chimico italiano isolò l’acido salicilico estraendolo dal salice, in seguito due chimici tedeschi isolarono la stessa sostanza da un’altra pianta, l’olmaria (Spirea ulmaria). Il potere antinfiammatorio, antipiretico e antidolorifico della salicina aveva però effetti collaterali importanti come effetti gastrolesivi, emorragie e diaree.
Fu allora che fu sintetizzato l’acido acetilsalicilico alias l’aspirina, dagli effetti collaterali minori. L’infuso di corteccia di salice bianco contiene sì la salicina ma insieme al cosiddetto fitocomplesso ed è quindi molto più blando e relativamente sicuro. Bisogna comunque prestare attenzione alle persone soggette a gastriti, ulcere gastroduodenali e a chi assume antiaggreganti piastrinici.
Va raccolta la corteccia dei rami più vecchi quella rugosa e grigiastra per intendersi. Si fa seccare e si conserva in barattoli ben chiusi.
Spero che l’articolo vi sia piaciuto, alla prossima!
Articolo di : Alessandra Coli
Pubblicato il 15-03-2022